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Rilancio del porto di Taranto e vertenza Tct, tutto rinviato per i casini nel Pd?

Pubblicato | da Michele Tursi

A rallentare il già difficile percorso per la soluzione della vertenza Tct e il rilancio del porto di Taranto, intervengono anche fattori esterni e le mai sopite tensioni del panorama politico italiano. Per questa settimana, infatti, era in programma l’atteso vertice tra sindacati, Autorità portuale e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti. Le date più accreditate erano quelle del 22 o del 24 giugno. Lo stesso viceministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova  nei giorni scorsi a Taranto per inaugurare il cantiere del nuovo Centro Servizi Polivalente, aveva confermato gli impegni del Governo per lo scalo ionico.

Il vertice, però, è stato rinviato prima ancora di essere ufficialmente convocato. Tutto è accaduto in via… informale. Era informale la convocazione e, quindi, non può che essere informale il suo rinvio. E’ tremendamente vero, invece, un fatto: i 530 lavoratori della Tct dovranno attendere ancora per vedere le loro istanze portate all’attenzione del Governo e per intravedere una via d’uscita dal tunnel che li condanna, dal prossimo 12 settembre, alla condizione di disoccupati.

Sempre informalmente abbiamo appreso che a far slittare l’incontro con De Vincenti sarebbe stata la concomitanza con la direzione nazionale del Partito democratico prevista per oggi per esaminare la batosta elettorale delle amministrative. Insomma, prima lo scontro tra rottamatori e rottamati, prima  i casini interni del Pd, poi i lavoratori e il porto di Taranto. Tutto ciò mentre il Palazzo già invitava alla “pazienza” perchè tutto sarebbe slittato “solo” di una settimana.

Ma la beffa era in agguato. Stamattina le agenzie hanno battuto la notizia del rinvio della direzione Pd di oggi pomeriggio a causa del terremoto Brexit innescato dal responso del referendum britannico sull’Unione europea. In tal caso il rinvio potrebbe essere molto più lungo di una settimana. Insomma, il rischio è di arrivare in piena estate senza sapere cosa intende fare concretamente il Governo per salvare i 530 posti di lavoro di Tct e rilanciare le attività sul molo polisettoriale.