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Taranto, scuole a Tamburi. “Quale soluzione?”

Pubblicato | da Redazione

“Questione collinette ecologiche, siamo ormai a ridosso del nuovo anno scolastico e i genitori dei bambini delle scuole Deledda e De Carolis sono ancora costretti a rincorrere notizie per conoscere il destino dei propri figli”. Inizia così un intervento del consigliere comunale indipendente Massimo Battista, inviato alla stampa.

“Il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci – ricorda – con l’ordinanza numero 9 del 2 marzo 2019, ha di fatto chiuso le scuole in questione a causa degli inquinanti rinvenuti nelle cosiddette collinette ecologiche. Gli alunni di queste scuole sono circa 550, numero drasticamente diminuito rispetto ai 700 e più di marzo 2019, in quanto molti genitori hanno preferito spostare i bambini in altri plessi scolastici della città. Per questo mi chiedo se saranno costretti a turni pomeridiani in altre scuole del quartiere Tamburi per poter iniziare il nuovo anno scolastico?”.

Questa situazione, spiega Battista, di fatto ha comportato “un sacrificio che è costato caro ai bambini l’anno scorso, costretti nei fatti a rinunciare ad ogni tipo di attività extrascolastica pomeridiana, sancendo definitivamente che nemmeno il diritto allo studio e al gioco è preponderante nei confronti della produzione di acciaio”. Il consigliere comunale d’opposizione ripropone, inoltre, quanto affermato dal primo cittadino che “si è detto più volte pronto ad ordinanze atte alla tutela della popolazione tarantina, tanto da lanciare un ultimatum scaduto alle ore 12 dell’otto aprile 2019”.

“Dalle notizie in nostro possesso – prosegue la nota stampa – a seguito di rilevazioni top soglia, ossia dello strato superficiale del terreno, delle collinette e zone limitrofe, risulterebbe che i valori di diossine siano ancora oggi superiori al normato e non siano state oggetto di bonifiche per tutti i 9 ettari di terreno, messi sotto sequestro a febbraio 2019 dal Noe (Carabinieri). Quindi chi si assumerà le responsabilità di riaprire quelle scuole? Il Direttore dell’Asl Conversano ha dichiarato pubblicamente, durante il consiglio comunale del 25 marzo, che lo spolverio potrebbe essere un problema per i bambini e per tutti i cittadini che abitano nei pressi delle collinette ecologiche. Cosa è cambiato? Basta piantare cocco per aprire le scuole e mettere al sicuro i cittadini del quartiere e i bambini dei plessi scolastici in questione? Questi dati sono in possesso non solo del sindaco ma anche della Provincia, della Prefettura, della Procura, dell’Asl, di Ispra, del Ministero dell’Ambiente e di ogni ufficio Arpa. Nessuno ad oggi ha ritenuto necessario avvisare i cittadini coinvolti del come si intende riaprire le scuole”.

“Riteniamo che gli abitanti del quartiere Tamburi debbano sapere cosa è cambiato rispetto a marzo – scrive Battista – e a quali pericoli sono soggetti, perché qui non si tratta più di una zona circoscritta alle sole due scuole, ma anche alle civili abitazioni che ricadono nelle aree controllate. Il sindaco chiedeva dati certi per fermare la produzione dello stabilimento ex-Ilva, in ottemperanza a quanto riportato nel Tuel articolo 50 comma 5: i dati c’erano e ci sono, serve il coraggio di firmare un’ordinanza di fermo immediato degli impianti. Invece sembrerebbe che il sindaco sia pronto a ritirare l’ordinanza di marzo di chiusura delle scuole. Attendiamo che tutti gli enti preposti spieghino come vogliono aprire le scuole e si attivino in base alle rispettive competenze, rendendo tranquillo l’inizio di anno scolastico per i bambini del quartiere”.