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Referendum anti trivelle, sì della Consulta. Si vota ad ottobre

Pubblicato | da Redazione

La Corte Costituzionale ha ammesso il referendum contro le trivellazioni petrolifere in mare. La consultazione dovrebbe tenersi ad ottobre. Secondo presidente della Regione Puglia Michele Emiliano “abbiamo l’occasione di fare una bella discussione, finalmente, sulle cose veramente importanti per capire qual è il destino energetico del nostro Paese. Mi auguro che la paura della coincidenza di questo referendum con quello sulle riforme costituzionali non stronchi questa discussione. Certo, il Governo può fare un’altra norma uccidi-referendum e mi auguro, a questo punto, che la eviti, perché la campagna referendaria partirà oggi stesso e bisogna evitare che gli italiani pensino che di queste cose non si può discutere nel nostro Paese. Lo faremo con i Consigli regionali, ai quali faccio le mie congratulazioni, perché sono i veri promotori del referendum”. Emiliano sottolinea che “i Consigli regionali per la prima volta nella storia di Italia hanno capito che basta che cinque di essi non siano d’accordo su una legge dello Stato perché sia possibile chiedere il parere ai cittadini. E questa possibilità va utilizzata anche per altre leggi, perché spesso i governi legiferano senza un adeguato coinvolgimento dal basso degli organismi intermedi e più in generale dei partiti”.

Secondo Angelo Bonelli dei Verdi “quella della Consulta è una decisione di straordinaria importanza perché, di fatto, i cittadini si potranno esprimersi sulla polita energetica dell’Italia. Per noi Verdi non si tratterà di un referendum su ‘petrolio Sì o petrolio No’ ma sarà un referendum sul futuro e sul tipo di società si vuole costruire. Si tratterà di una straordinaria occasione per i cittadini che con il proprio voto potranno costruire un’Italia più moderna, che non guarda a un modello energetico di due secoli fa ma che vuole un’economia libera dagli idrocarburi che ogni anno provocano decide e decine di migliaia di vittime per lo smog e costi per 47 miliardi di euro anno. Auspico che il governo in queste settimane possa riflettere e mettersi in sintonia con il sentimento popolare e la volontà delle regioni italiane costruendo una politica energetica moderna 100% rinnovabile”.”.

Michele Mazzarano, capogruppo Pd alla Regione Puglia esprime “grande soddisfazione perché dopo tanti mesi di battaglie sarà la popolazione ad essere interpellata sulla necessità o meno di avere le trivelle a poche miglia dalle nostre coste,  ed a decidere direttamente sul tema della difesa del nostro mare. Il Partito Democratico e l’intero gruppo dei consiglieri si attiverà  da subito per organizzare e promuovere la campagna referendaria, insieme con i comitati dei cittadini e di tutti coloro che in questi mesi si sono impegnati in questa sacrosanta battaglia. Il nostro compito sarà quello di  tenere accesi i riflettori e alta l’attenzione dell’opinione pubblica per vincere la battaglia più importante nelle urne. Questa è la battaglia di tutti i pugliesi a difesa del nostro mare e della principale vocazione della Puglia”.

“C’è nei nostri mari un patrimonio naturale, ambientale e economico che va tutelato, per questo il referendum abrogativo non era e non è una sfida al Governo centrale”. Questo il primo commento di Mario Loizzo, presidente del Consiglio regionale Pugliese. “Ci sono ancora le condizioni per aprire un confronto nazionale, tra Palazzo Chigi, Regioni e Comuni su questo tema tanto avvertito nei territori. C’è, nelle regioni costiere soprattutto, una sensibilità diffusa che ha sempre espresso in maniera democratica il dissenso sulla scelta di andare a pesca di idrocarburi in mare, a cominciare dalle prospezioni geosismiche sui fondali, che danneggiano pesantemente l’habitat marino e la fauna ittica. La Puglia si è pronunciata unitariamente contro le torri petrolifere e lo ha fatto a maggior ragione assumendo con le altre Regioni l’iniziativa del referendum abrogativo No triv, fa notare il presidente Loizzo. La nostra battaglia pacifica segna un successo importante, ma non è finita. Il Governo nazionale ci ascolti”.