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La notte della vergogna. Taranto capitale della monnezza

Pubblicato | da Michele Tursi

Quanto successo nella notte di San Silvestro a Taranto fa male. Da cronisti dovremmo essere abituati alla conta dei feriti (solo due stanotte), alle bancarelle abusive di botti, alla devastazione sulle strade dopo la mezzanotte. Ma questa volta non vogliamo soltanto raccontare perchè raccontare non basta più.

Non basta far vedere lo schifo, i cassonetti rovesciati e dati alle fiamme, le carcasse di frigoriferi e lavatrici sull’asfalto, le barricate di detriti, gli incroci intasati dall’immondizia. Non basta scrivere delle cattive abitudini, dell’inciviltà, della mancanza di educazione. Non basta dire che è colpa di pochi, o di tanti, che se ci fosse il lavoro, che la monnezza per strada fa schifo ma l’Ilva è peggio, che il sindaco avrebbe dovuto presidiare la città con reparti cingolati. No. Non basta più. Stanotte abbiamo toccato il fondo di un degrado che riguarda tutti, nessuno escluso.
La notte della vergogna. Taranto è una città smarrita avviata a grandi falcate verso un processo di imbarbarimento che genera comportamenti violenti, inurbani, autolesionisti. Devastare la propria città, infatti, è un atto di masochismo che fa male a tutti.

Questo capodanno segnerà a lungo l’immaginario collettivo: ecco Taranto, diranno. Ecco cosa fanno i tarantini, di cosa vi lamentate? Ma quale capitale della Cultura, al massimo capitale della monnezza. E’ difficile ammetterlo, ma oggi è questo l’unico riconoscimento che ci meritiamo. Abbiamo un anno per recuperare. Non buttiamolo dalla finestra come un mobile vecchio.

Ps. Grazie ai tanti lettori che ci hanno inviato foto, video e segnalazioni della notte delle vergogna