Salute
La denuncia del M5S: vogliono fare di Taranto la discarica d’Italia
Non solo Ilva e Raffineria Eni: pure le discariche. Sono tante e con grandi volumetrie. “Vogliono fare di Taranto la discarica della Puglia e d’Italia“. Questa la denuncia del M5S a seguito dell’autorizzazione all’ampliamento dell’Italcave, rilasciata dalla Provincia. I deputati Giovanni Vianello e Alessandra Ermellino e il consigliere comunale pentastellato Massimo Battista, hanno lanciato un vero e proprio allarme nei confronti di un business molto lucroso.
“Con il terzo lotto – ha detto l’on. Vianello – si consentirà l’arrivo fino a 3000 tonnellate al giorno di rifiuti, di cui 500 urbani provenienti dai trattamenti meccanici biologici come specificatamente richiesto dall’Ager, l’agenzia regionale dei rifiuti. Aumenta, quindi, il volume dei rifiuti che si smaltiscono nella provincia di Taranto. In venti giorni l’Ente ha autorizzato anche la sopraelevazione della discarica di Grottaglie e l’inceneritore di fanghi a Massafra. Secondo i dati Ispra in provincia di Taranto viene smaltito il maggiore quantitativo di rifiuti urbani e speciali d’Italia. Nel 2016, su un totale di 1 milione e mezzo di tonnellate di rifiuti urbani e speciali smaltiti in tutta la Regione, ben 1,3 milioni sono solo nel Tarantino”.
“L’autorizzazione all’esercizio del terzo lotto è stata concessa dalla Provincia, ma mi piacerebbe conoscere l’opinione del sindaco di Taranto – ha chiesto il consigliere Battista – perchè con questo ampliamento la discarica Italcave arriverà quasi a ridosso delle case del quartiere Paolo VI. Palazzo di città continua a parlare di un cambio di passo rispetto al passato, ma poi stringe accordi con Eni e altre società petrolifere per Tempa Rossa, parla di turismo e di crociere ma di questo passo le navi attraccheranno direttamente in discarica”.
“All’interno dell’Ilva – ha proseguito l’on. Ermellino – esistono già altre discariche di rifiuti speciali di cui nessuno parla: la Mater Gratiae, per cui il consigliere Battista fu licenziato nel luglio 2005 e, la Cava Due Mari. Come se non bastasse è stata autorizzata con decreto la realizzazione di altri due impianti di smaltimento di competenza Ilva”. In conclusione Vianello ha voluto porre l’accento su una questione burocratica: “Numerose sentenze del Tar e del Consiglio di Stato – ha aggiunto – hanno specificato che la procedura di Via (Valutazione d’impatto ambientale) non è un mero strumento tecnico ma un procedimento in cui l’ente provincia realizza la propria discrezionalità politica”.