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Endometriosi, percorso diagnostico ancora da realizzare

Pubblicato | da Redazione

Piccolo ma sostanziale passo in avanti, a quanto pare. Lo annuncia il consigliere regionale M5S Galante. Ma quanta fatica, negli ultimi tre anni, per dare seria continuità ad un percorso nato a Taranto e approvato a Bari, in via Capruzzi.

La Puglia, come si ricorderà, è una delle poche regioni italiane ad essersi dotata di una legge a tutela delle donne affette da endometriosi. Un testo approvato dal Consiglio regionale alla fine della scorsa consiliatura (30 settembre 2014), legge nata su proposta e spinta propulsiva del comitato Taranto Lider, portata in aula dall’allora consigliera Lemma e infine approvata all’unanimità dall’assemblea di quella seconda legislatura Vendola.

“Il tavolo tecnico finalizzato alla creazione del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per le donne affette da endometriosi potrà finalmente tornare a riunirsi dopo lo stop dovuto alla mancanza delle linee guida italiane ed internazionali, che contemplassero un corretto comportamento clinico. Le linee guida sono infatti state emanate nel giugno scorso e recepite dalla Regione a luglio e saranno alla base del PDTA”. Lo dichiara il consigliere del M5S Marco Galante a margine dell’audizione del primario del reparto di ginecologia del SS. Annunziata di Taranto, il dottor Emilio Stola, da lui richiesta per conoscere lo stato delle attività del Tavolo tecnico finalizzato all’istituzione del PDTA per le donne affette da endometriosi.  “Ora che le linee guida sono state riconosciute da tutta la comunità scientifica – continua il pentastellato –  è il momento di concretizzare. La novità più importante, rispetto a quelle del 2013, è che per la diagnosi dell’endometriosi non è più necessario sottoporsi ad un intervento chirurgico, ma è sufficiente la diagnostica per immagini. A riguardo ci è stato assicurato che nel giro di poco tempo Asl di Bat e Taranto saranno dotate di ecografi di ultima generazione, per poter iniziare nel più breve tempo possibile il percorso per il riconoscimento della malattia. L’ostacolo da superare riguarda i LEA, che riconoscono la malattia solo al terzo e quarto stadio, quello per cui è necessario l’intervento chirurgico. Fondamentale per la cura dell’endometriosi è anche la corretta informazione, necessaria per conoscere il prima possibile l’insorgenza della malattia che purtroppo oggi viene diagnosticata anche a distanza di nove anni. Per questo – conclude – attraverso la Commissione, abbiamo chiesto all’osservatorio regionale di  far partire al più presto le campagne informative con dépliant e opuscoli nelle farmacie, nelle scuole e nei luoghi di cura per cui sono stati stanziati negli scorsi anni in bilancio 150 mila euro”.