Salute
Acqua inquinata al Pertusillo? Falda sotto osservazione
Il caso è scoppiato ad opera di alcune associazioni ambientaliste lucane che hanno segnalato il timore che l’acqua del Pertusillo possa essere contaminata. L’invaso serve un bacino di 4,7 milioni di abitanti tra Basilicata e Puglia e i dubbi sulla salubrità dell’acqua hanno creato grande apprensione nell’opinione pubblica. L’episodio è stato portato all’attenzione del ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti con un’interrogazione dell’on. Ludovico Vico (Pd).
Rispondendo in Parlamento il rappresentante del Governo ha ripercorso i termini della vicenda. “L’Arpa Basilicata – ha detto – ha comunicato che i propri tecnici, i ricercatori dell’Ispra, con i responsabili dell’Eni, stanno attivando tutte le analisi per una mappatura in dettaglio del livello della contaminazione, sia dal punto di vista dell’estensione, che della profondità, al fine di verificare l’eventuale interessamento delle falde acquifere. L’Agenzia inoltre ha svolto anche attività di controllo sulle misure di messa in sicurezza d’emergenza nelle aree interne ed esterne del Centro Olio Val d’Agri, in particolare l’8 marzo scorso è stato effettuato un sopralluogo nei luoghi interessati dall’evento di contaminazione”.
Dopo tale ricognizione, “sono state formulate a Eni alcune richieste allo scopo di ottimizzare le attività programmate. Il 9 marzo, l’Arpab ha svolto un ulteriore sopralluogo nell’area interna al Cova e sono stati prelevati due campioni di acque sotterranee, mentre nell’area esterna al Cova sono stati prelevati due campioni di acque sotterranee e quattro campioni di terreno. L’Agenzia è in attesa dei risultati analitici.
A seguito di tali sopralluoghi e delle successive valutazioni da parte dei tecnici, l’Arpa ha chiesto all’Eni di realizzare tre sondaggi aggiuntivi all’esterno e all’interno del centro Cova. Inoltre, il 12 marzo 2017, il personale dell’Agenzia ha svolto un ulteriore sopralluogo e campionamento nelle aree esterne al Centro Olio, prelevando tre campioni di acque sotterranee di cui si attendono i risultati analitici”.
Il 13 marzo scorso, inoltre, si è tenuto un incontro presso l’Arpa Basilicata “durante il quale – continua il ministro – i rappresentanti dell’Eni hanno assicurato la massima collaborazione e ribadito la disponibilità a mantenere gli impegni già assunti e concordati nell’ambito del tavolo tecnico indetto dalla regione Basilicata il 28 febbraio scorso. Infine, il 21 marzo scorso si è svolto presso la procura della Repubblica di Potenza un incontro tra magistrati requirenti e i funzionari dell’Arpab e dell’Ispra, al fine di coordinare le rispettive attività di competenza. In tale occasione è stato convenuto che l’Arpab svolgerà i propri accertamenti in stretto contatto con il consulente tecnico nominato dalla procura, mentre l’Ispra svolgerà in un altro settore di indagine compiti di ausiliario di polizia giudiziaria”.
Al fine di supportare le attività degli enti di sorveglianza e di controllo, Galletti ha assicurato che darà “mandato ad Ispra, nell’ambito del sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente, di svolgere un ruolo di coordinamento finalizzato ad armonizzare, da un punto di vista qualitativo e quantitativo, le attività delle agenzie sul territorio”. Nella replica l’on. Vico ha chiesto al ministro dati e tempi certi per tranquillizzare i cittadini, procedure e competenze che non devono alimentare lungaggini. “Occorrerebbe – ha detto – a partire dal Pertusillo, che ad Ispra siano affidati poteri sostitutivi centrali, precisi e di protezione, così come alle Agenzie regionali per l’ambiente va rapidamente conferita la prevista indipendenza”. Da qui la richiesta al Governo di “riorganizzare il codice ambientale”.