Cooltura, Musica
Taranto, la protesta tra palco e realtà
Gran bella musica e affluenza notevole, ieri, al concertone di Taranto dove hanno svettato la qualità di Max Gazzè e la simpatia di Solfrizzi e Stornaiolo (l’intervista) nei ritrovati panni degli Oesais, cavallo di battaglia della coppia Toti e Tata di vent’anni fa. La presenza del padre di Orsetti, i contributi video di Mimmo Lucano e Ilaria Cucchi e il lancio iniziale del corteo del 4 maggio hanno saldato la spina dorsale politica della manifestazione.
La kermesse organizzata dai Liberi e Pensanti ieri ha staccato il sesto tagliando (prima edizione nel 2013, pausa nel 2017) registrando fluidità agli accessi, nessun problema di ordine pubblico e la presenza di tante famiglie e cittadini di ogni età. Ciò che cambia, di anno in anno, è naturalmente il destinatario della denuncia socio-politica. In qualche misura, anche la platea diventa l’affresco di questa fisiologica mutazione. A fronte di una piattaforma di rivendicazione intatta (diritti dei lavoratori, diritti umani, salute, pace, ambiente…) scenario politico nazionale e contesto locale (la matrice tarantina in chiave anti inquinamento è il claim principale dell’iniziativa) tracciano l’unico tratto di cambiamento riscontrabile nel dibattito e nel clima che precede e accompagna il concertone.
Pd o Salvini che sia, infatti, chi canta suona e balla a Taranto si rivolge a ritmo di musica verso un potere ritenuto sordo e cieco davanti alle istanze popolari. Istanze di base alle quali, in questa edizione, si aggiunge il senso di delusione che gli organizzatori Liberi e Pensanti, e parte del pubblico, hanno maturato nei confronti del M5S sul fronte anti Ilva. Delusione e rabbia di cui anche ieri non si è certo fatto mistero, pochi giorni dopo i faccia a faccia in Prefettura.
Per non parlare della Lega, bersaglio principale dei cori più riusciti. L’immigrazione, tra gli altri temi caldi del momento, ha trovato ampio spazio grazie alle puntuali incursioni di Valentina Petrini che con Sabrina Morea, Valentina Correani (l’intervista) e Michele Riondino (che ha aperto alle 14.30 a colpi di Bella Ciao) hanno scandito bene il ritmo dell’UnomaggioTaranto, diretto artisticamente anche da Roy Paci e Antonio Diodato, con apprezzabili picchi di qualità sparsi per l’intera scaletta.
Terraros e Mama Marjas (l’intervista) si aggiudicano anche quest’anno la palma d’oro del coinvolgimento. Il tocco di classe di Malika Ayane e Vinicio Capossela, il solito gigante sul palcoscenico, hanno fatto il resto. Elio senza Storie Tese .. resta sempre Elio!