Pubblicato alle ore 20:03

Sui veleni di Taranto lite tra Ministero dell’Ambiente e Regione Puglia

La vicenda Ilva sta mettendo a dura prova la tenuta delle Istituzioni del nostro Paese. Accanto al conflitto sulla cessione del gruppo siderurgico, da qualche giorno se ne è aperto un altro tra Regione Puglia e Ministero dell’Ambiente sui dati della qualità dell’aria a Taranto. In sostanza la Regione Puglia ha fatto notare che le centraline di monitoraggio del capoluogo ionico rilevano soltano “specifici parametri di traffico urbano quali ad esempio gli ossidi di azoto, il biossido di zolfo, il monossido di carbonio, l’ozono ed il PM10, in quanto dotate di detta tipologia di sensori”. Secondo la Regione Puglia “i
rilevamenti così operati, nulla possono rappresentare in ordine alle immissioni in aria ambiente di sostanze derivanti dalle attività industriali”.


Ne è seguita un botta e risposta che oggi vede intervenire il Ministero dell’Ambiente con una nota ufficiale di 12 cartelle a firma del direttore generale Giuseppe Lo Presti inviata a: Ministero della salute, Presidente della Regione Puglia, Ispra, Arpa Puglia, Provincia di Taranto, Comune di Taranto, Comune di Statte, Asl Taranto, AReSS – Agenzia Regionale Sanitaria Puglia. I toni della  missiva non sono per niente concilianti. Anzi. Lo Presti rimprovera alla Regione Puglia di avventurarsi “in una serie di affermazioni e contestazioni (non si comprende precisamente indirizzate a chi) di una gravità che forse sfugge all’estensore. La affermazioni non risultano peraltro sostenute da nessuna norma dell’ordinamento nazionale: non a caso si fa fatica (perché non ce n’è) a ritrovare nella nota medesima un qualsiasi riferimento normativo […]



Nel merito il ministero dell’Ambiente sostiene che “rientra nella esclusiva competenza degli Uffici della regione Puglia il
posizionamento della rete di monitoraggio della qualità dell’aria al di fuori dei confini degli stabilimenti, anche soggetti ad Aia nazionale, come l’Ilva. Si rammenta, inoltre, che tra le centraline di monitoraggio prese in considerazione nei rapporti di
VdS vi sono, ovviamente, le centraline site nel quartiere Tamburi, ossia in via Machiavelli, Via Archimede, e in via Paolo VI, centraline queste classificate di tipo suburbano – industriale”  ai sensi della Delibera di Giunta della Regione Puglia n. 2420/2013, oltre che la centralina di via Orsini della Rete Ilva”.

In un crescendo di accuse, la nota si chiude con un ultimatum alla Regione Puglia. “Si coglie l’occasione della presente nota – si legge – per rammentare poi che codesta Regione resta l’unico soggetto, nonostante i ripetuti solleciti, a non aver designato il proprio rappresentante in seno all’Osservatorio previsto dal DPCM 29 settembre 2017. Lo scrivente procederà a convocare
quanto prima la riunione di insediamento dell’Osservatorio, alla quale, nel perdurare dell’inerzia da parte della Regione Puglia, la medesima Regione non potrà partecipare”. Di seguito il documento integrale.

Lettera Ministero dell'Ambiente



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