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Ma l’Ilva ha chiesto il patteggiamento? Emiliano scrive alle Procure di Taranto e Milano

Pubblicato | da Redazione

Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, in qualità di rappresentante della parte offesa nel processo “Ambiente svenduto” in corso davanti alla Corte d’Assise di Taranto, ha chiesto alle Procure di Taranto e di Milano se esistano agli atti dei rispettivi uffici richieste di patteggiamento avanzate dalle società del gruppo Riva ai fini della definizione della responsabilità penale dell’impresa.
La Regione Puglia ha infatti interesse a verificare il quantum delle somme oggetto dell’eventuale patteggiamento e se tali somme siano poi effettivamente utilizzabili per la risoluzione dell’emergenza sanitaria e ambientale in cui versa la città di Taranto.
A tal proposito ha precisato ai Procuratori Capristo e Greco che il processo di risanamento ambientale non può che essere attuato attraverso la decarbonizzazione dell’Ilva, sostiene il governatore,  ‘unico sistema produttivo che garantisce che i reati commessi per i quali si discute il risarcimento, non vengano reiterati o portati ad ulteriori conseguenze’.
Se infatti il risanamento degli impianti continuasse a prevedere l’utilizzo del carbone si avrebbe l’assurda conseguenza di sottrarre alle parti civili la somma di un miliardo e 300milioni in sequestro presso l’Autorità Giudiziaria svizzera per risanare impianti, ricorda Emiliano,  che stanno per essere venduti a privati che continuerebbero a produrre acciaio con modalità analoghe a quelle che hanno determinato i reati per cui vi è processo.
Qualunque altra soluzione “ambientale” diversa dalla decarbonizzazione risulterebbe assolutamente inidonea, secondo Emiliano, in quanto non eliminerebbe la fonte esclusiva dell’inquinamento e dei reati commessi e cioè il carbone.