Sul Pezzo
Eni, attesa per decisione su facoltà d’uso. Raffinerie ancora sotto sequestro. Taranto, rifornimenti a singhiozzo
Ore di attesa in ordine al sequestro delle raffinerie Eni disposto il 22 novembre 2017 dalla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza per una maxi evasione di circa 10milioni di euro. Il sequestro ha riguardato anche l’impianto di Taranto. La notizia ha generato subito apprensione tra gli automobilisti. Ieri sera nel capoluogo ionico e in provincia lunghe code ai distributori e pompe di benzina quasi a secco.
La situazione sembrava destinata a rientrare rapidamente. Ieri pomeriggio, infatti, si era diffusa la notizia della concessione della facoltà d’uso dei misuratori. Ad ingenerare ottimismo potrebbe aver contribuito il via libera del Pm della Procura di Roma all’istanza aziendale. Gli impianti si stavano già preparando a ripristinare le normali condizioni di erogazione alle autobotti. Ma fino a questa mattina il quadro non è cambiato. Fonti aziendali fanno sapere di essere ancora in attesa della decisione.
Gli impianti restano sotto sequestro con le conseguenti difficoltà di approvvigionamento. Le forniture di carburanti, comunque, non sono del tutto bloccate. In primo luogo perchè solo le raffinerie di 13 regioni sono interessate al sequestro e quindi i rifornimenti possono arrivare da altri impianti. In secondo luogo le scorte della stessa raffineria di Taranto sono sufficienti a coprire il fabbisogno per alcuni giorni. Potrebbero esserci disagi ed erogazione a macchia di leopardo, ma è inutile, anzi dannosa, la corsa al pieno a tutti i costi.
Con una nota stampa diffusa il 22 novembre 2017 l’Eni spiega che “il provvedimento si inserisce in attività di indagine che erano state avviate dalle Procure di Frosinone e di Prato nel 2010 e dalla Procura di Roma nel 2014, di cui la società aveva già dato notizia. I procedimenti sono poi stati riuniti di fronte alla Procura di Roma. Eni ha costantemente fornito all’autorità giudiziaria la massima collaborazione, con l’intento di chiarire le proprie ragioni a sostegno della correttezza del proprio operato e dell’estraneità alle presunte condotte illecite. Nell’ambito di questa vicenda, Eni si ritiene parte offesa. La società, anche in considerazione delle conseguenze che deriverebbero, come effetto del provvedimento, dal fermo totale delle attività di raffinazione e rifornimento di carburanti, richiederà la possibilità di utilizzo dei misuratori al fine di consentire il proseguimento di tali attività e di ridurre per quanto possibile al minimo l’impatto verso i clienti, le società e i servizi”.