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Asili, il comitato al sindaco di Taranto. “Stiamo ancora aspettando…”

Pubblicato | da Redazione

“Le famiglie, visto che si parla sempre di mancanza di disponibilità finanziaria ad indire concorsi per l’assunzione di nuovo personale (educatrici, cuochi, ausiliari, coordinatori pedagogici), vorrebbero vederci chiaro sui costi di gestione del servizio, anche in vista di una possibile riduzione delle tariffe che loro versano mensilmente. Ma, soprattutto, perchè si potrebbe  sempre scoprire che basterebbe ripartire in modo diverso le (a quanto pare) poche risorse disponibilili,  per riuscire a risolvere almeno una parte dei problemi. Ad esempio: siamo proprio sicuri che i servizi dati in gestione a terzi facciano spendere meno al comune,  di quanto costerebbe assumere direttamente il personale? Sono state fatte delle verifiche, in ogni caso, sui livelli di qualità ed efficienza che garantiscono?”

Se lo chedono dal comitato Io Amo gli asili Nido comunali. Sono alcuni dei genitori e degli operatori municiapli di questa eccellenza tarantina che la passata Giunta (Stefàno) stava minando con propositi (assurdi per molti versi) di “razionalizzazione”, ovvero di chiusura di due delle poche ma efficienti strutture nido tarantine. La scorsa estate, il comitato aveva in contrato il sindaco Melucci. Oggi, al primo cittadino, inviano un sollecito. Attendevano infatti l’annunciata costituzione di un tavolo di confronto sull’intero settore, scandagliando costi, forza lavoro e qualità del servizio. Hanno atteso tre mesi. Adesso dichiarano la loro delusione ma confidano nel ravvedimento operoso di Palazzo di Città.

il documento del comitato

“Le mamme e i papà che nello scorso agosto avevano potuto sentire dalla viva voce del sindaco appena eletto che avrebbe istituito un tavolo permanente di consultazione delle famiglie dei bambini iscritti agli asili nido comunali, sulle soluzioni da cercare alle problematiche che interessano il servizio  (prime fra tutte la carenza di personale)  si sentono ora, trascorsi i mesi, molto delusi dal fatto che l’impegno  sia stato disatteso.

Apprezzato tanto il fatto che la sede dell’asilo nido Del Vasto sia  stata riaperta , e che tutti gli altri asili nido comunali abbiano ripreso le loro attività in settembre, restano infatti  nodi cruciali da risolvere per il servizio. Tali nodi  rischiano di comprometterne nel presente gli standard di qualità  (per i quali è tanto amato dalle famiglie), e rappresentano  per un futuro non molto lontano una minaccia per  la sua stessa tenuta.

Le famiglie, visto che si parla sempre di mancanza di disponibilità finanziaria ad indire concorsi per l’assunzione di nuovo personale (educatrici, cuochi, ausiliari, coordinatori pedagogici), vorrebbero vederci chiaro sui costi di gestione del servizio, anche in vista di una possibile riduzione delle tariffe che loro versano mensilmente. Ma, soprattutto, perchè si potrebbe  sempre scoprire che basterebbe ripartire in modo diverso le (a quanto pare) poche risorse disponibilili,  per riuscire a risolvere almeno una parte dei problemi. Ad esempio: siamo proprio sicuri che i servizi dati in gestione a terzi facciano spendere meno al comune,  di quanto costerebbe assumere direttamente il personale? Sono state fatte delle verifiche, in ogni caso, sui livelli di qualità ed efficienza che garantiscono?

Non è stato, d’altra parte, molto chiaro, negli anni appena trascorsi, come siano state impiegate le somme ingenti (si parla di centinaia di migliaia di euro) arrivate alla nostra città con i finanziamenti (i fondi PAC) previsti dal ministero degli interni per riequilibrare la differenza, quanto a servizi, fra   regioni del nord e regioni del sud.

Per tutto ciò le famiglie annunciano di essere pronte a chiedere all’Amm.ne Com.le l’accesso agli atti che interessano i capitoli di bilancio degli asili negli ultimi anni, e per il corrente. Pensano di aver pieno diritto a farlo, in quanto utenti di un servizio a domanda individuale, per il quale sono costrette (dalla legge) a contribuire in maniera cospicua (nella misura del 36%) a coprire (con le rette versate) i costi di gestione.

Ma anche le famiglie che avrebbero voluto, ma non hanno potuto  iscrivere le loro bambine e i loro bambini agli asili nido comunali (come dimostra la  lunga fila di “non ammessi” nelle graduatorie degli aspiranti all’iscrizione pubblicate  a giugno) hanno mostrato un certo disappunto nel  sapere che ciò avviene, non per mancanza di posti nelle strutture, ma  per rispettare (come è giusto che sia) i rapporti numerici stabiliti dal CNL fra operatore e bambino. Quindi, per carenza di personale rispetto al pieno regime degli organici.

Cioè, ci troviamo di fronte al sottoutilizzo (ed anche questo pensiamo fa lievitare i costi di gestione) di un servizio di cui, invece, le famiglie ma, soprattutto, le bambine e i bambini  della città avrebbero tanto bisogno.

Ci sarebbe inoltre da considerare l’aspetto legato ai problemi occupazionali del nostro territorio, anche da quest’altro punto di vista, non solo da quello della grande industria. Rispondere alle esigenze di più  famiglie, facendo funzionare a pieno regime il servizio, vorrebbe dire aver assunto  un certo numero di ragazze e  ragazzi, attualmente  in attesa di occupazione nella nostra città. Senza dire  che, come è statisticamente noto,  i  paesi dove ci sono più servizi per l’infanzia, sono quelli dove è più alta la percentuale di donne occupate. La nostra città, a questo proposito, ha ancora molta strada da fare.

Su questi temi, i rappresentanti del Comitato  chiederanno  anche un incontro con le organizzazioni sindacali del comparto, sperando di poter ricevere qualche risposta.

Nel frattempo ricordiamo a tutti, come ha fatto Arciragazzi di Taranto nel materiale informativo prodotto  in occasione dell’anniversario della convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza  che “il senso morale di una società, si misura su ciò che fa per i suoi bambini!” (D. Bonhoeffer).