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Genitori Tarantini al sindaco: 10 mosse anti-inquinamento

Pubblicato | da Michele Tursi

Un osservatorio sulla mortalità, una maxiperizia dell’Arpa, sui balconi, sui lastrici solari, sulle strade di Taranto, pubblicazione dei dati sulla salute dei lavoratori Ilva, maggiori informazioni sul rischio sanitario associato all’Ilva. Sono alcune delle richieste contenute nel decalogo che questa mattina una delegazione di Genitori Tarantini ha consegnato al sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e al suo vice (e assessore all’Ambiente) Rocco De Franchi.

All’incontro, tra gli altri, hanno partecipato in qualità di consulenti, Alessandro Marescotti, le dottoresse Annamaria Moschetti e Grazia Parisi, Massimo Castellaneta e Alessandra Fiusco. La pediatra Grazia Parisi ha raccontato cosa succede durante e dopo i Wind Days nel suo ambulatorio, una testimonianza che ha emozionato tutti i presenti. Secondo quanto riferisce Marescotti sulla sua pagina Facebook “il sindaco ha detto che i dieci punti illustrati erano ricevibili e anche di buon senso.
Adesso la priorità verrà data alle osservazioni da fare all’Aia. Le associazioni sono invitate dall’Amministrazione Comunale a fornire un contributo in tal senso”. La dottoressa Annamaria Moschetti ha fatto un’analisi dettagliata degli effetti che gli inquinanti hanno sulla popolazione, in particolare sui bambini, ponendo al centro la richiesta di una valutazione preventiva del danno sanitario, prima della eventuale concessione dell’Aia.

“Il mio contributo – prosegue Marescotti – e quello della dott.ssa Moschetti erano stati richiesti dai genitori Tarantini per offrire nell’incontro un quadro tecnico delle questioni da affrontare e devo dire che è stata molto utile questa impostazione pragmatica. Al centro della discussione è stata posta la questione dei Wind Days. La nostra richiesta è stata quella di inserire nell’Aia un sistema sanzionatorio fino a che non vengano costruiti i parchi minerali e finché non saranno messi a norma gli impianti che procurano un imbrattamento, oltre che un pericolo per la salute”.

Sull’incontro è giunto anche il resoconto del Comune di Taranto. “Il sindaco con il Vicesindaco e assessore all’ambiente Rocco De Franchi – si legge nella nota stampa – ha ricevuto una delegazione del comitato “Genitori Tarantini”. La delegazione era accompagnata dai consulenti tecnico-scientifici la dottoressa Moschetti, la dottoressa Parisi e il dottor Marescotti.
Il lungo incontro ha messo le basi per la costruzione, finalmente a detta da entrambe le parti, di un dialogo fattivo e costante. Il sindaco ha confermato a questa, ed altre analoghe associazioni, un coinvolgimento sui temi dell’Aia del siderurgico, sul protocollo dei Wind Days e sullo studio del rischio sanitario. La delegazione si è detta soddisfatta per il momento e lieta di aver trovato nel sindaco un amministratore attento e preparato”.

Di seguito pubblichiamo le dieci richieste consegnate dai Genitori Tarantini all’Amministrazione comunale e in particolare al primo cittadino. Ecco il testo integrale del documento.

“In questi giorni si sono ripetuti a Taranto i cosiddetti Wind Days, giornate di vento dall’area industriale che portano sulla città polveri i cui effetti sulla salute sono stati già studiati. E’ ormai acquisito dalla letteratura scientifica che in quelle giornate si innalza, assieme alla concentrazione del PM10, anche il rischio di effetti sanitari avversi sulle fasce più fragili della popolazione nelle aree più vicine all’ILVA. A medesimi incrementi di polveri sottili a Taranto vi è un aumento di mortalità più che doppio rispetto ad altre città italiane (+0,69% di decessi a Taranto per aumenti di 10 mcg/m3, contro +0,31% per analoghi incrementi in altre città). Tutto questo è confermato dallo Studio Sentieri.
A rischio è la salute degli anziani, dei cardiopatici, degli asmatici e degli immunodepressi, secondo quanto riferisce la ASL. A rischio è la salute dei bambini, come documentato dal dott. Francesco Forastiere che ha denunciato nella sua recente ricerca epidemiologica un eccesso di ricoveri ospedalieri dei bambini dei quartieri più vicini all’area industriale. Per non parlare del +54% di tumori dell’infanzia a Taranto rispetto al dato regionale.
Siamo fortemente preoccupati per tutto ciò perché non vediamo una fine al martirio di una città e dei suoi bambini.
Per questo motivo chiediamo al sindaco di intervenire in quanto è per legge il primo responsabile della salute pubblica. Al Sindaco facciamo le seguenti richieste.

Un Osservatorio della mortalità in tempo reale – con risultati da mettere online – che venga aggiornato mensilmente e che fornisca al Sindaco, agli amministratori, ai consiglieri comunali e ai cittadini la situazione mese dopo mese dei decessi. I dati attuali conosciuti ad oggi sono gravi ma sono riferiti a tre anni fa e questo ritardo verrebbe colmato da un osservatorio aggiornato mese dopo mese.

Un’informazione chiara ed esplicita alla popolazione durante i Wind Days, specialmente per i bambini che frequentano le scuole del quartiere Tamburi, per i loro genitori e per gli insegnanti. Si possono aprire le finestre la mattina durante i Wind Days? Si può fare attività fisica sportiva all’aperto?

Una informazione costante del livello di inquinamento da polveri sottili in modo che le scuole del quartiere Tamburi (c’è la centralina Arpa della scuola Deledda i cui dati non sono online) sappiano in tempo reale se viene superata la soglia di 25 microgrammi a metro cubo di PM10 individuata come soglia a partire dalla quale far scattare le misure di massima precauzione individuate dalla ASL.

Una maxiperizia dell’Arpa sui balconi di Taranto, sui lastrici solari, sulle strade, sui marciapiedi, sui giardini e sui luoghi pubblici. Deve essere identificata la sorgente di quelle polveri e chi le ha prodotte deve pulire tutta la città con cadenza e capillarità tale da riparare il danno causato dal protrarsi di attività che arrecano disturbo e sono tali da offendere o imbrattare o molestare le persone.

Il sindaco formuli in sede di AIA Ilva delle prescrizioni, in particolare una copertura dei parchi minerali celere; in assenza di una valida copertura dei parchi minerali e delle altre fonti polverulente, l’ILVA deve pagare i costi esterni generati dal mancata adozione di tali precauzioni, dalle spese di pulizia fino alle spese sanitarie eccedenti e conseguenti agli effetti acclarati delle emissioni non convogliate degli impianti non messi fino ad ora a norma.

Il sindaco chieda alla ASL di distribuire subito guanti in nitrile contro il rischio domestico e tutti i materiali di protezione individuale per chi fa le pulizie delle case e nei palazzi, assieme ad un’adeguata serie di informazioni per l’igiene delle case (ad esempio l’indicazione nel quartiere Tamburi di non entrare in casa con le scarpe contaminate dalle polveri).

Il sindaco chieda alla Regione la creazione di una biobanca che – con il consenso dei soggetti interessati – “congeli” e archivi in una banca dati i materiali biologici dei lavoratori e dei cittadini, per conservare le prove dell’inquinamento ai fini di successive future indagini. In particolare: sangue, urine, placenta, cordone ombelicale, liquido amniotico, tessuti asportati durante operazioni chirurgiche.

Il sindaco chieda alla ASL se in questo momento esiste un rischio sanitario associato all’ILVA e alle altre fonti inquinanti e se la ASL è in grado di fare una previsione sul picco dei tumori.

Il sindaco chieda alla ASL che vengano resi pubblici in forma anonima i dati dello stato di salute dei lavoratori ILVA: quanti lavoratori hanno un tumore? In quali reparti si verifica con maggiore frequenza? Perché non è stato realizzato un registro dei lavoratori esposti alle sostanze cancerogene, come prevede la legge?

Il sindaco costituisca una commissione di informazione per i lavoratori della cokeria dell’ILVA in modo che venga esaminato in forma controllata dalla ASL l’idrossipirene urinario che serve a verificare l’ingresso nel corpo dei lavoratori del pericolosissimo benzo(a)pirene cancerogeno. Se si controllano i lavoratori, si crea una postazione avanzata di sorveglianza sanitaria utile a proteggere tutti, dai lavoratori ai cittadini. Inoltre si continui la ricerca del naftalene nelle urine delle donne di Taranto e si estenda tale ricerca ai lavoratori della cokeria dell’ILVA”.