Sul Pezzo
Amat Taranto, bus decimati dalle avarie
Ogni giorno, a Taranto, a fronte di un fabbisogno di 99 bus urbani, ne circolano massimo 80, molti dei quali rientrano sistematicamente durante il turno per guasti ed avarie con gravi riperussioni sulla qualità del servizio e disagi per l’utenza. A denunciare la carenza di mezzi sono le segreterie Filt Cgil, Uiltrasporti e Fit Cisl Reti che lo scorso 7 ottobre hanno incontrato il sindaco di Taranto per discutere di: sicurezza ed efficienza del parco macchine circolante; organizzazione del lavoro; relazioni industriali.
Quello stesso giorni i dipendenti dell’Amat, attraverso una consultazione sindacale, hanno espresso la volontà di disdire l’accordo “sul recupero kilometrico”. Per evitare ciò, scrivono le federazioni dei trasporti “sarebbe bastato appostare a bilancio circa 100mila euro annui (calcolati in eccesso) per soddisfare
le istanze degli operatori di esercizio i quali in cambio di un ticket pasto di 5euro, dal 2013 prolungavano la loro prestazione lavorativa giornaliera alla guida dei bus da 6 ore fino a punte massime di 7,30 ore”.
Dopo tre anni il sindacato ha chiesto l’adeguamento da 5 a 7 euro al giorno del ticket, ma la richiesta non è stata accolta “dalla dirigenza che, in sostanza – prosegue la nota sindacale – puntava al rinnovo dell’accordo nella sua parte normativa senza alcun incremento economico, oppure subordinandolo ad ulteriori sacrifici sulla turnistica e sulle condizioni di lavoro”. Fit, Filt e Uiltrasporti mettono sul piatto della bilancia delle inadempienze aziendali anche la mancata applicazione “dell’accordo sottoscritto nel 2015 che prevedeva la trasformazione di tutti i rapporti di lavoro degli ausiliari della sosta da part-time in full-time”.
In assenza di risposte concrete da parte aziendale e della proprietà, i sindacati confederali dei trasporti dell’Amat “proclamano lo stato di agitazione riservandosi di comunicare la data di indizione della prima
giornata di sciopero dopo aver esperito le opportune procedure di legge”.