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Taranto, due nuovi medici e un robot all’ospedale SS. Annunziata

Pubblicato | da Redazione

Due nuovi medici e un robot in servizio al SS. Annunziata di Taranto. Possono essere sintetizzate così due distinte notizie che riguardano l’ospedale ionico. I due medici sono Federico Schettini e Serena Lieggi, esperti neonatologi provenienti rispettivamente dal Policlinico e dall’Asl di Bari, che hanno risposto al bando per neonatologi intensivisti, pubblicato dall’Asl Taranto ad agosto, al fine di gestire l’emergenza.

Oggi per loro primo giorno di lavoro al SS. Annunziata. “Il loro arrivo – spiega una nota stampa dell’Asl ionica – segna la ripresa, a pieno regime, delle attività dell’UTIN del SS. Annunziata, momentaneamente rallentate per problematiche relative alla carenza di personale, causa malattia. I due dottori implementano il team di lavoro della dottoressa Lucrezia De Cosmo, esperta di terapia intensiva neonatale, neurologia infantile ed elettroencefalografia neonatale, in servizio a Taranto già dai primi giorni di settembre grazie allo stesso bando”.

Con la ripresa a pieno regime delle attività dell’UTIN, il Punto Nascita del SS. Annunziata riprende il ruolo di HUB nella rete dei Punti Nascita regionali e “torna a essere – spiega l’Asl di Taranto – punto di riferimento nel Sistema Trasporto Materno Assistito (STEM) per l’arco jonico-salentino, riaccogliendo pazienti con patologie metaboliche, ipertensione gestazionale e preeclampsia, gravidanza pretermine e gravidanze con feti con restrizioni della crescita. Un risultato importante per il punto nascita tarantino, che registra già il secondo posto per volume di parti tra i 29 punti nascita della Puglia, e il quinto posto nel contesto dei 101 punti nascita del Sud Italia. L’Unità di Ginecologia e Ostetricia, diretta dal dr. Stola, e l’Unità Operativa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del SS. Annunziata assumono a pieno titolo il ruolo di Unità di II livello, in grado di erogare assistenza alla donna e al neonato che necessitano di cure complesse e intensive”.

“Attualmente in Utin sono operativi nove dottori. Stiamo lavorando affinché ne arrivino altri nei prossimi giorni e certamente in questo modo, grazie anche alla collaborazione fattiva con l’Università, la nostra azienda diventerà più ricettiva rispetto al passato – dichiara Stefano Rossi, Direttore Generale Asl Taranto – abbiamo risposto all’urgenza con altrettanta urgenza, ma contiamo di programmare in modo strutturato il rinforzo del reparto”.

Un nuovo arrivo, ma molto particolare, anche al reparto di Pediatria del SS. Annunziata che accoglie un infermiere umanoide a misura di bambino. Si chiama Aphel ed è un “social robot” in grado di comprendere, conversare, relazionarsi, muoversi autonomamente e reagire alle emozioni. “Dopo le opportune configurazioni – spiega l’Asl – il robot è in grado di riconoscere l’arrivo di un nuovo paziente in sala d’aspetto, di avvicinarsi, presentarsi e porgere una serie di domande preliminari, indispensabili per il processo diagnostico. Può anche accompagnare fisicamente l’utente nella sala dove effettuare l’esame diagnostico o la visita specialistica. Il robot registra i dati forniti ed elabora in tempo reale una scheda personale sulla base dei parametri del paziente, che il medico dovrà esaminare e validare”.

Il robot si muove tra i corridoi e le stanze del reparto di Pediatria del nosocomio tarantino, cercando di garantire una permanenza serena ai piccoli pazienti, facendo loro compagnia, interagendo e donando loro qualche sorriso. “La robot therapy – aggiunge l’Asl di Taranto – utilizzata da anni in alcuni ospedali europei, rappresenta uno strumento efficace per ridurre e prevenire gli stati di ansia e di dolore dei piccoli pazienti. Attraverso l’interazione con un robot, con forme e colori che attraggono molto i bambini, è possibile prevenire e ridurre le emozioni negative, allontanando per qualche minuto il pensiero della malattia. La sanità 4.0, di cui Aphel è un prodotto, è utile, divertente, smart e costituisce, inoltre, un ottimo sistema per razionalizzare le spese sanitarie e migliorare la qualità del lavoro di medici e infermieri. Con Aphel, infatti, i tempi di attesa vengono ottimizzati, sia a vantaggio degli utenti che del personale sanitario, garantendo un’offerta di servizi sempre più efficienti, personalizzati ed empatici, in una sanità che punta sulla fusione tra eccellenza e umanizzazione”.