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Quirinale, quarto scrutinio: il bivio decisivo in quattro occasioni su dodici
Il quarto scrutinio (in corso dalle 11 di stamattina a Montecitorio) è stato decisivo quattro volte nella storia delle elezioni del Presidente della Repubblica:
Luigi Einaudi nel 1948, Giovanni Gronchi nel 1955, Giorgio Napolitano nel 2006 e Sergio Mattarella nel 2015. Com’è noto, dalla quarta “chiama” (oggi ore 11) scatta l’abbassamento del quorum indispensabile: dai due terzi dei primi tre scrutini si passa alla maggioranza assoluta (505 voti su 1009 elettori). E’ di solito lo scrutinio delle certezze o dei tradimenti, dell’indirizzo che poi si sostanzia il giorno dopo o della certificazione dell’impasse. In questo caso, stando alle previsioni, dovrebbe trattarsi di uno scrutinio interlocutorio alla vigilia del week end decisivo.
Nel 1948, Alcide de Gasperi propose come candidato il ministro degli Esteri Carlo Sforza che però non ebbe i favori del pronostico, il cambiò in corsa al quarto scrutinio per Einaudi risultò vincente (518 voti).
L’elezione di Giovanni Gronchi nel 1955 passa dalla bocciatura del presidente del Senato, Cesare Merzagora, bloccato al primo scrutinio dai franchi tiratori. Gronchi sarebbe poi salito, a piccoli passi, verso il quarto scrutinio con i socialisti via via appoggiati dai democristiani (658 voti).
Le elezioni di Napolitano nel 2006 e quella di Mattarella nel 2015, furono di maggioranza ed entrambe centrate al quarto scrutinio. Per Mattarella si aggiunsero non pochi voti di Forza Italia (665 in tutto).