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La storia tra i tubi, ogni tanto affiora un pezzo di Taranto

Pubblicato | da Angelo Di Leo

Immaginate cosa sarebbe oggi, questa città, se i palazzinari  non l’avessero ricoperta di cemento, se i tombaroli non avessero saccheggiato i cantieri edilizi, se l’Italia si fosse per tempo dotata di tutti i vincoli architettonici e archeologici, se i tarantini avessero difeso il loro passato invece di presentarsi col cappello in mano davanti al boiardo di Stato di turno. Se.

Ogni tanto ne affiora un pezzo – che poi sta lì a marcire nell’umido appena due metri sotto l’asfalto – di questa città negata a tutti i posteri lasciati a bocca asciutta, e che oggi sono in fila ad ammirarla a bocca aperta, distratti dall’industria e pronti a farsi trascinare da tutte le onde dei suoi mari.

Si tratta appena di cambiare un tubo, oliare un giunto, sostituire un cavo.. ed ecco che la Necropoli si rivela al primo squarcio di un martello pneumatico che quasi lo cerca ‘sto tratto di storia negata e che a puntate, come una novella già nota, si conferma rinnovando se stessa.

E la cantina del nostro racconto, i cui brani riaffiorano dal regno di quelli morti molto prima di Cristo. Oggi in Plinio angolo via Maturi, ieri in via Capotagliata, e a due angoli, tre angoli, quattro isolati…. ci parlano di futuro le tombe a camera di 3000 anni fa. E’ il lato comico dei ritrovamenti di cui fare tesoro: chiedono a noi di battere un colpo.