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Ilva Taranto, tensioni e ultimatum. Confronto sempre in salita

Pubblicato | da Redazione

Un’altra giornata convulsa per l’Ilva di Taranto. Una giornata di tensioni, di ultimatum, di tavoli che hanno rischiato di saltare. Il dialogo continua, nonostante le fortissime frizioni. Soprattutto tra il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano. Più defilato, ma non meno deciso il sindaco Rinaldo Melucci. In discussione il piano ambientale, il cronoprogramma della copertura dei parchi minerali, la valutazione del danno sanitario, gli interventi per l’appalto Ilva. Insomma tutta l’agenda definita da Calenda e Melucci durante la visita lampo a Taranto di qualche settimana fa (le slide del Tavolo istituzionale Ilva).

L’incontro si è chiuso in maniera brusca con il ministro Calenda che avvisava: se permane la misura sospensiva presentata al Tar insieme al ricorso da Comune di Taranto e Regione Puglia e il 9 gennaio venisse accolta, inizia il processo di spegnimento dell’Ilva. I termine della vicenda nel pomeriggio sono stati chiariti dal sindaco di Taranto, intervenuto in diretta nel nostro contenitore MeMe. Ma ecco cosa hanno dichiarato al termine della riunione i protagonisti del vertice.

Carlo Calenda: “Non entro nel merito delle solite dichiarazioni scomposte del Presidente Emiliano su di me. Preciso però che l’unico sms che ho ricevuto nel corso della riunione veniva proprio dal Governatore Emiliano ed era il seguente: dobbiamo chiedere formalmente di riaprire il riesame aia nelle sedi opportune .. ministero ambiente con autorità competenti, tra cui regione prov comune, e poi travasare gli esiti nel piano industriale.. altrimenti aria fritta.. questa riunione di oggi nn può superare le norme vigenti che attengono l’aia.
Se seguissimo la linea indicata dal Governatore dovremmo annullare il Piano Ambientale, ovvero lo stesso effetto dell’accoglimento del ricorso al Tar. E’ del tutto evidente come il Governatore, nonostante gli impegni presi su anticipo copertura parchi, danno sanitario e bonifiche avesse già maturato l’intenzione di non raggiungere alcun accordo al tavolo. La disponibilità al ritiro della sola richiesta di sospensiva non basta perché, come spiegato al tavolo, manterrebbe il rischio per l’investitore di perdere tutti gli investimenti effettuati fino all’esito del ricorso”.

Michele Emiliano: Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, come già annunciato durante il tavolo Ilva, ha dato disposizioni all’Avvocatura della Regione Puglia di non discutere la richiesta cautelare all’udienza in Camera di Consiglio fissata per il 9 gennaio 2018. Tanto, al fine di consentire la prosecuzione dei lavori del Tavolo oggi insediato, anche grazie al ricorso presentato, senza tuttavia la Spada di Damocle di una pronuncia cautelare. “Resta ferma la richiesta di tutta la documentazione che ad oggi non è stata ancora integralmente consegnata all’Amministrazione regionale – dichiara Emiliano – Fino a quando non verranno ripristinate le condizioni di fiducia istituzionale tra Regione e Governo, il ritiro del ricorso sarebbe una grave imprudenza in quanto la Regione perderebbe l’unico mezzo che, allo stato, le consente di esercitare le prerogative costituzionalmente garantite. Pertanto, la sola pendenza del ricorso non può assolutamente provocare la chiusura dell’Ilva annunciata dal Ministro”.
Per Emiliano: “Si tratta di puro allarmismo quello di chi utilizza tale argomento non potendo superare nel merito le ragioni poste al tavolo odierno dalla Regione Puglia. Grazie alla presentazione del ricorso siamo finalmente riusciti a ottenere un tavolo unico dove il sindacato, il Governo, la Regione Puglia, il Comune di Taranto e l’azienda discutono del piano industriale e del piano ambientale – aveva detto il presidente Emiliano arrivando al Mise, prima dell’inizio dell’incontro – con l’auspicio di avere i documenti che ancora non abbiamo, che ci consentano di discutere in modo costruttivo”.

“Il percorso iniziato e verbalizzato era assolutamente positivo. Noi abbiamo anticipato che avremmo revocato le richieste cautelari – ha detto – che è la fase più urgente del procedimento. Resta in piedi il ricorso, che non blocca alcunché. Dire il contrario è senza senso, non è vero che Mittal se ne va. Ho salutato i rappresentanti di Mittal all’uscita, ho stretto loro la mano uscendo dal tavolo, dopo la crisi isterica del ministro, e ci siamo riproposti di vederci al più presto. Quello che dice il ministro dal mio punto di vista non è vero”.

“Il ricorso resta in piedi per garantire alla Regione Puglia l’effettiva volontà dei soggetti del tavolo di proseguire con profitto la trattativa, anche al fine di proteggere le legittime istanze regionali da possibili colpi di testa o mutamenti di umore come quelli che si sono verificati oggi. Sia a tutti ben chiaro che il primo soggetto interessato alla chiusura positiva del tavolo è proprio la Regione Puglia in quanto garante in prima linea del diritto al lavoro, della sicurezza industriale, della tenuta economica della Regione e, soprattutto, della tutela dell’ambiente e del diritto alla salute dei cittadini”.

Rinaldo Melucci: “Sono soddisfatto del lavoro del ministro Calenda, finalmente è stata ripristinata nel metodo e nelle priorità la corretta relazione con gli enti locali e la comunità ionica. Dinnanzi all’accesso agli atti del piano industriale, e del comitato di esperti che ha prodotto le controdeduzioni in materia ambientale, nonché alla luce del verbale del tavolo odierno, che dovrebbe impegnare il governo sui successivi tavoli di approfondimento tecnico, il Comune di Taranto ha dato mandato intanto di ritirare l’istanza cautelare riferibile al proprio ricorso, che sono certo cadrà del tutto entro poche settimane, quando sarà definito anche il quadro del rischio sanitario, dell’indotto e degli organismi previsti dalla procedura legale per monitorare ed integrare l’Aia in vigore.

Oggi abbiamo preso atto di una serie sostanziale di interventi migliorativi ed unilaterali al Dpcm da parte dell’investitore, grazie alla azione degli enti locali, per esempio, ora l’inizio della copertura dei parchi minerali ha una data certa. Ho chiesto ad AM Investco Italy, come ulteriore attestazione di serietà e buone intenzioni di operare anche nel verso della limitazione della propria immunità rispetto agli obiettivi ed al cronoprogramma dell’Aia e delle future eventuali integrazioni al Dpcm di settembre. Taranto può tornare ad avere fiducia. Resta solo il rammarico per il modo in cui un tavolo piuttosto positivo si è chiuso, in maniera del tutto immotivata, di nuovo non istituzionale. Io non seguirò chi continua ad inasprire il confronto, non mi spaventano le illogiche ed insostenibili minacce di fermo dello stabilimento o di chiusura del dialogo istituzionale. Il tavolo Ilva va avanti, se qualche ministro ha difficoltà a sostenere il carico di responsabilità su di una questione così complessa e delicata lo dica subito, io non ho paura”.

Le slide del Tavolo istituzionale Ilva