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“Aboliamo il vitalizio dei parlamentari europei”

Pubblicato | da Redazione

Nella guerra ai privilegi della casta si pare un altro fronte. Stavolta continentale. La battaglia viene ingaggiata dai parlamentari Ue del Movimento Cinque Stelle, tra le quali la tarantina Rosa D’Amato. L’obiettivo è cancellare il vitalizio previsto per i deputati europei ai quali bastano 5 anni di mandato, senza peraltro versare contributi, per maturare un vitalizio mensile di quasi 1500 euro, cominciando ad incassare l’assegno a 63 anni compiuti.

“Prima la Camera dei Deputati e adesso il Senato della Repubblica hanno tagliato i vitalizi riservati alla classe politica. Finalmente il
Parlamento italiano ha seguito l’esempio di altri 18 Stati europei dove  i politici già da molti anni non hanno nessun privilegio. È arrivato il
momento di seguire l’esempio virtuoso che arriva dall’Italia e adeguare  il trattamento previdenziale anche dei parlamentari europei”, con queste
parole la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo si  rivolge a tutti i parlamentari europei. “Tutti gli eurodeputati – continua la lettera – al compimento dei 63  anni di età hanno diritto a un pensione di anzianità a vita pari al 3,5%
della retribuzione per ciascun anno completo di esercizio di mandato.  Con 5 anni di mandato si matura una pensione a vita pari a 1.484,70 euro
al mese. Con due legislature l’assegno raddoppia. I deputati europei  inoltre non versano i contributi come tutti i normali cittadini. Questo
è un privilegio perché ai parlamentari basta 1 solo anno di legislatura  per andare in pensione a 63 anni e avere dunque diritto a un assegno”.
“La nostra proposta è semplice: cambiare al più presto l’articolo 14  dello Statuto dei deputati del Parlamento europeo che disciplina il
trattamento pensionistico degli eletti. Il diritto pensionistico dei  membri del Parlamento europeo deve essere in linea con i sistemi
previdenziali previsti per i cittadini ordinari, sia per il calcolo  dell’ammontare sia per i requisiti anagrafici e contributivi che
definiscono l’età pensionabile. Inoltre, chiediamo il ricalcolo dei  trattamenti previdenziali che vengono erogati agli ex europarlamentari:
nel 2014 questa casta era composta solo in Italia da 192 ex politici  che, a fronte di pochi anni di lavoro, percepiscono di pensioni di
lusso. “Abbiamo presentato – aggiungono – una proposta di risoluzione e inviato  una lettera al Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
Risposta? Nessuna, eppure il Presidente è sempre molto attivo negli  affari di politica interna italiana….Abbiamo presentato la nostra
proposta alla Commissione competente, quella Giuridica, ma i  coordinatori spalleggiati dai grandi gruppi PPE e S&D – guarda caso gli
stessi Forza Italia e Pd che ieri non hanno partecipato al voto in  Senato – l’hanno bocciato. Abbiamo presentato un nuovo emendamento al
mandato per il trilogo del bilancio 2018 e purtroppo la maggioranza ha  ancora una volta detto no. Ma non ci arrendiamo. Così come è cambiata l’Italia, cambierà anche  l’Europa. Vi chiediamo di sostenere la nostra proposta di buon senso.  Con il taglio di questo privilegio potremo finanziare il Fondo sociale  europeo e lottare contro la povertà, purtroppo troppo diffusa in  Europa”, concludono gli eurodeputati pentastellati.