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2.1 Digitali con l’anima analogica

Pubblicato | da Michele Tursi

Eccoci qua. Sempre uguali eppure nuovi. Digitali, ma con l’anima analogica. Proiettati nel futuro ma radicati nel passato. Saremo ciò che eravamo, non si sfugge. Tutto é cambiato eppure il pianeta gira sempre allo stesso modo.

La Ringhiera nasce con la consapevolezza di chi ha sostituito l’Olivetti lettera 32 con l’IPad, di chi pensa e lavora come una redazione 2.1. in cui le competenze si associano, si integrano, si completano. Siamo già oltre il 2.0, abbiamo effettuato l’aggiornamento del sistema operativo e ci siamo posti qualche domanda. L’innovazione tecnologica è una gran bella cosa, ovvio, ma non è la soluzione del problema. Immagini, voci, news scorrono davanti ai nostri occhi ininterrottamente, le informazioni girano vorticosamente ma cosa resta?

Viviamo nella società liquida in cui la rete e i social media hanno reso orizzontali i rapporti. Con un tweet possiamo arrivare a Renzi ed Obama, ma veniamo davvero ascoltati? E cosa abbiamo da dire? Oggi più che mai appare verosimile la profezia del Grande Fratello orwelliano. Non come ente supremo e assoluto di controllo, ma come sistema diffuso come rete, appunto, che tende a proporre e imporre una narrazione spesso funzionale ai centri di potere economici e politici. Anche questa, si dirà, è una vecchia storia. Giusto, ma il pericolo è tanto più grande quanto più grande è il senso di libertà di cui siamo pervasi e la rete in questo senso ci fagocita.

Una delle poche armi che possiamo brandire per non restare vittime del pensiero dominante è sviluppare il pensiero critico attraverso tutte le agenzie educative: dalla famiglia alla scuola, fino all’informazione. Bisogna allenarsi a guardare la realtà con occhi diversi. Come la vecchia penicillina, oggi più che mai, l’informazione deve sviluppare gli anticorpi affinché la melassa dell’omologazione non ricopra tutto e tutti. In fondo, la verità è sempre rivoluzionaria.